Home Working, Smart Working e Coworking: un processo già in atto
L’emergenza sanitaria, iniziata nel 2020 e purtroppo tutt’ora in corso, ha portato all’accelerazione di un processo già in atto ed un sostanziale cambiamento nel mondo del lavoro, condizionando il modo di operare delle Aziende e conseguentemente dei lavoratori.
Il processo già in atto prima della pandemia riguarda lo Smart Working: l’emergenza sanitaria, infatti, ha costretto le aziende a far lavorare i propri collaboratori da casa, dotandoli talvolta di pochi strumenti tecnologici e adottando di fatto una semplice procedura di Home Working. Questo esperimento forzato e di emergenza ha fatto rilevare ottimi risultati in termini di miglioramento della produttività delle risorse umane e non solo. Infatti, anche i lavoratori hanno valutato positivamente il poter lavorare fuori dall’azienda alcuni giorni la settimana, riscontrando un netto miglioramento della qualità della vita a seguito di una migliore gestione del tempo e di un minor stress causato dalle giornaliere trasferte casa lavoro e viceversa; per non parlare poi del minor inquinamento atmosferico e minor traffico urbano frutto della riduzione degli spostamenti.
Le Aziende da parte loro prevedono di poter ridurre in maniera importante gli spazi di lavoro da dedicare ai propri collaboratori, potendo adottare a questo punto un sistema di turnazione delle postazioni dedicate ai propri dipendenti con un considerevole abbattimento dei costi di locazione per le proprie sedi di lavoro.
Smart working: da necessità ad opportunità
Tutto ciò sta decisamente orientando numerosissime aziende a considerare in tempi brevi l’adozione all’interno della propria organizzazione aziendale del modello/contratto di Smart Working che, nonostante il forte impatto economico che comporta (investimenti in piattaforme tecnologiche, ristrutturazione dell’organizzazione aziendale e formazione del personale) si rileva estremamente conveniente per le aziende, per la qualità della vita dei lavoratori e per l’ambiente (traffico e inquinamento).
Come abbiamo visto, il lavoro in Home Working ha assunto un ruolo molto importante per tutti quei lavoratori le cui mansioni possono essere svolte anche non direttamente sul luogo di lavoro, slegando il concetto di produttività dalla presenza fisica in ufficio.
Il lavoro in modalità agile è così diventato un nuovo modo di concepire il lavoro, rendendo possibile il connubio tra lavoro e necessità famigliari in particolar modo per i lavoratori con figli piccoli.
Se nella fase iniziale questa formula ha riscosso un grande consenso nei lavoratori, anche per il senso di protezione dal contagio derivante dal non uscire dalla propria abitazione, a distanza di un anno alcune analisi (fonte: PMI.it) hanno rilevato un cambiamento nelle preferenze dei lavoratori italiani: la maggior parte (51,5%) manifesta la volontà di alternare giorni lavorativi in ufficio ad altri in Home Working, e solo il 15,02% sembra preferire il lavoro esclusivamente da casa.
Il Web Opinion Index, che misura il livello di preferenza tra Home Working e lavoro in ufficio, conferma che se gli italiani dovessero scegliere tra andare solo in ufficio o lavorare solo da casa, il 33,3% preferirebbe tornare in Azienda.
Smart working e Home Working: sono la stessa cosa?
È importante capire le differenze tra lo Smart Working e l’Home Working: il primo è una modalità di lavoro le cui caratteristiche principali sono la flessibilità di orari e luoghi di lavoro, la formazione e l’organizzazione aziendale e gli obiettivi da raggiungere. L’Home Working invece è letteralmente il lavoro da casa, ovvero le stesse modalità di lavoro ma svolte in luogo diverso dal proprio ufficio.
Secondo Mariano Corso, docente del Politecnico di Milano ed esperto di Smart Working, “Quello che in molti si sono trovati a sperimentare, spesso in maniera improvvisata, non è però il “vero” Smart Working, ma una forma di lavoro da remoto spinto e vincolato nella quale mancano quei presupposti di volontarietà e flessibilità che sono alla base dello scambio tra autonomia nella scelta delle modalità di lavoro e responsabilizzazione sui risultati su cui si dovrebbe fondare ogni accordo di Smart Working. Le persone non hanno potuto esercitare alcuna scelta perché sono state nei fatti vincolate a lavorare da casa, spesso senza quelle condizioni di autonomia ed empowerment la cui costruzione richiede tempo e maturità organizzativa. (La Repubblica, 25/05/2020)
Home Working: vantaggi e svantaggi
Tra i vantaggi dell’Home Working, come detto, sicuramente troviamo la riduzione dello stress legato al tempo necessario per la trasferta casa-lavoro, maggior tempo per la gestione della vita privata, il miglioramento della produttività e, con l’abbassamento dell’inquinamento atmosferico, un generale beneficio per l’ambiente.
Di contro, lavorare da casa comporta la mancanza di relazione tra colleghi, un maggior controllo da parte del datore di lavoro sul lavoro svolto e la sensazione di isolamento. Col tempo sono inoltre emerse le difficoltà evidenti nella gestione personale e familiare degli spazi fisici e del tempo, soprattutto per chi ha figli piccoli ed abitazioni di dimensioni non idonee.
Un altro aspetto che ha assunto particolare rilevanza in questo periodo è quello della digitalizzazione e dei problemi ad essa connessa. L’Home Working, infatti, obbliga le Aziende ad affrontare una riorganizzazione aziendale sia a livello tecnologico che di formazione, per consentire ai lavoratori la conoscenza e l’accesso a strumenti idonei, dal computer alla connessione internet, per poter accedere facilmente al web, ai sistemi aziendali ed alle piattaforme come Zoom, Microsoft Teams, Google Meet o altre APP per le videoconferenze, diventati ormai strumento fondamentale per il lavoro.
In questo processo, per molti versi irreversibile, molte aziende stanno pensando a come ridurre gli spazi in ufficio, visto che una percentuale dei dipendenti continuerà a lavorare da casa anche al termine dell’emergenza. Secondo un sondaggio di Cisco System, il 53% delle società pensa a come ridurre lo spazio in ufficio e soprattutto a come aumentare la flessibilità.
Nuovi modelli: Lavoro agile, Coworking, Business Center
In particolare, con il diffondersi del lavoro agile, l’orientamento sembrerebbe quello di adottare modalità di lavoro innovative e modelli hub-and-spoke, ovvero dare la possibilità ai dipendenti di lavorare in location diverse dalla propria filiale o dalla sede Centrale di un’Azienda, distribuite nel raggio di qualche decina di chilometri da esse. Questo nuovo modo flessibile di lavorare presuppone che le persone debbano lavorare in ambienti adatti, confortevoli, sicuri ed attraenti: in questo senso, il ricorso a strutture di coworking può essere una soluzione, alternativa o complementare, al lavoro in Azienda.
Il Coworking è una forma di utilizzo condiviso degli spazi di lavoro nei quali è possibile lavorare in modo indipendente e nello stesso tempo in contatto con altre realtà dinamiche ed emergenti, capaci magari di trasmettere nuova energia e possibilità di fare rete.
Soprattutto in questo periodo, il Coworking è una valida alternativa sia al classico ufficio aziendale che al lavoro da casa, permettendo di sconfiggere il senso di isolamento e fuggire alle distrazioni dell’ambiente domestico.
Anche i grandi Gruppi internazionali come Starbucks o le grandi catene alberghiere come NH stanno entrando nel mercato del Coworking, un settore nel quale occorre conoscere le necessità e le esigenze dei coworkers e delle Aziende e saper affrontare e risolvere i problemi con tempestività. Mai come in questo periodo, è inoltre fondamentale poter garantire la sicurezza degli ambienti e adottare tutte quelle misure, dal distanziamento alla sanificazione degli spazi, necessarie per consentire di svolgere il proprio lavoro in tranquillità.
In questo contesto si inseriscono perfettamente gli spazi di Coworking ed i Business Center, che sono in grado di offrire ad aziende consolidate, a liberi professionisti e a start up, la massima flessibilità negli spazi e nelle modalità di utilizzo, oltre alla possibilità di iniziare immediatamente la propria attività senza spese di avviamento, gestione e manutenzione, con soluzioni diverse e adattabili ad ogni esigenza.
Verrebbe immediato pensare che il solo vantaggio dell’utilizzo di uno spazio Coworking sia economico, visti i costi contenuti, ma in realtà c’è molto di più: oltre ad evitare tutti gli investimenti iniziali e l’acquisto di arredi e macchinari d’ufficio, è importante considerare il risparmio di tempo per la ricerca dell’immobile, oltre ai costi derivanti dal rispetto delle normative anti-Covid19, dai distributori di gel disinfettante per le mani ai rilevatori della temperatura alla sanificazione periodica dei locali.
Le soluzioni dopo la crisi
Siamo quindi all’inizio di una vera rivoluzione per l’organizzazione del mondo del lavoro, con dei cambiamenti che saranno strutturali nel tempo: nel prossimo futuro, la condivisione avrà un valore non solo per le idee ma anche per i beni e per gli spazi di lavoro; la crescita delle aziende avverrà anche tramite una riorganizzazione dei propri processi e la possibilità di non isolarsi in sedi monolitiche chiuse agli stimoli esterni; i nuovi modelli porteranno a risparmi per le aziende, per i propri dipendenti e per il sistema in generale per i minori impatti ambientali. Come ci insegna la storia, l’uomo ha sempre trovato nuove forme di adattamento e nuove soluzioni anche e soprattutto dopo momenti di grande crisi.
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